Tregnago brinda alla salvezza. Bartolomioli: “Grande arrampicata”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 29 Aprile 2016Il profumo è quello forte, denso, penetrante dei successi con la ‘s’ maiuscola. Tregnago nel pallone gongola: la Prima è ancora in tasca. Il pass per l’anno prossimo c’è. Arrivato in extremis, sul filo di lana, ma non importa.
La festa è per la salvezza. Roba da ordinaria amministrazione, potrebbe obiettare qualcuno. Invece no. La storia è diversa. Di impresa, magari, è inopportuno parlare. Certe parole, meglio non scomodarle. L’arrampicata però, resterà comunque un pezzo di storia. Forse non la ricorderanno negli annali. Ma chi c’è stato, chi l’ha vissuta, chi l’ha sudata sulla propria pelle, sì, eccome se la ricorderà.
In fondo al tunnel c’è la luce. Chiedete a chi c’era a novembre, se pensava di vederla. E’ una luce propria, che riluce dal cuore pulsante di un gruppo che ha saputo soffrire, lavorare, cementarsi, redimersi. Gettando le basi per la stagione che verrà.
“Siamo felicissimi – commenta il mediano Alessio Bartolomioli – io sono ben contento di parlare di questa salvezza. Sono arrivato a dicembre insieme a Derna e Tracco. La situazione era non certo un idillio. Prima partita: 4-1 sul groppone. Non sapevo nemmeno cosa pensare. Poi però, la storia è cambiata”.
Via Castagna, seppur a malincuore. Dentro Antonio Bogoni, vecchia volpe del calcio di casa nostra. Un maestro, certezza inossidabile, mai scalfita dal tempo. Ci voleva la sua esperienza, serviva il suo mestiere per uscire dalle sabbie mobili. Chi l’ha convinto, oggi sa d’aver avuto un’intuizione giusta.
“Bogoni, non me ne voglia Castagna, che stimo e rispetto, e lui lo sa – conclude Bartolomioli – ne sa una in più dei libri. Gran persona, grande tecnico, fine conoscitore del calcio. Sa sempre cosa fare, non sbaglia mai interpretazione. Ci ha dato una grossa mano, il suo apporto è stato fondamentale per la ricostituzione dell’alchimia di gruppo e per l’autostima di tutti. Poi cito il diesse, e mio amico, Castagnini: ci sa fare, ha un futuro davanti, è preparatissimo”.
Tregnago mangiava il panettone con 11 punti in saccoccia. Bottino gramo, con gli spettri lì dietro l’angolo, pronti a rovinare il rovinabile. Il 2016, invece, racconta tutto un altro copione.
“Il gruppo è maturato in fretta, e con lui i singoli. Scaglia mi ha impressionato, davvero bravo. I risultati poi hanno alzato il morale ed è stata tutta una catena. Gran bell’annata, devo dire. Si è creato tra noi un legame unico. Vedremo ora cosa succederà con il mercato. Di certo, resta un dato: 28 punti nel ritorno sono tanta roba. Tregnago ripartirà da qui”.