Villafranca, annata da ricordare. Mister Soave la ripercorre punto per punto: “Ringrazio tutti, nessun escluso”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 27 Maggio 2014Cristian Soave si gode il panorama. Dalla vetta del monte scalato per dieci mesi, davanti agli occhi ne ha uno stupendo. Per vederlo ha dovuto sudare molto di più delle proverbiali sette camicie. Pochi come lui sanno quanto dura è stata la salita per il suo Villa. Ora però è il momento di godersi quanto la fatica e l’abnegazione di mesi di lavoro hanno permesso di conquistare. Ora anche Soave, per dirla con Wordsworth, ha diritto alla sua ‘recollection in tranquillity’: snocciolare le ragioni del successo è sempre un piacere concesso a pochi.
Soave se lo concede tutto: mentre con la vista ammira ciò che gli sta davanti, col pensiero corre all’indietro, rivangando nella memoria recente, biblioteca in miniatura di una stagione da incorniciare. Doveva portare il Villa ai play-off: per non aver dubbi ha vinto il campionato. Al primo colpo, senza lasciar scampo a nessuno. Perchè Soave è così: prendere o lasciare.
La seconda ipotesi però, non fa per lui. L’aveva dimostrato da calciatore, quand’era un gran rapace d’area. L’ha dimostrato da allenatore, centrando due salvezze importanti al Team e vincendo l’Eccellenza alla prima occasione. Ha visto uno spiraglio e ci si è infilato. A testa bassa, con convinzione. I suoi hanno capito qual era la retta via da seguire: l’hanno percorsa da subito, tutti insieme. Sì, perchè la vittoria del Villa è la vittoria del gruppo, più che dei singoli. I ‘campioni’ della categoria li avevano altri. I blaugrana, invece, non smetterà mai di dirlo Soave, hanno vinto tutti assieme.
“Abbiamo realizzato un miracolo – commenta un raggiante Soave – avevamo avversarie molto più accreditate e che avevano speso molto di più di noi. Solo con la forza di un grande gruppo avremmo potuto competere con loro. Il risultato di questa filosofia è stato che oltre a giocarcela ad armi pari siamo riusciti a vincere”.
C’è un fattore, mister, che più di altri vi ha permesso di arrivare in testa?
“La capacità di tutti di rimanere concentrati e di rimanere uniti verso l’obiettivo, anche nei momenti difficili. La fiducia nei nostri mezzi e nel lavoro che stavamo facendo non è mai mancata, e questo è ciò che ha fatto la differenza. Poi dico che ognuno ha dato il suo contributo, ciascuno ha avuto il suo periodo propizio ed è stato, a suo modo, fondamentale”.
Qual è stato il ruolo della società in una stagione trionfale?
“La società ha fatto il massimo per farci lavorare bene e con serenità, senza farci mai mancare nulla. Mi sono trovato benissimo a Villafranca, una società in cui lavorare è davvero l’ideale. Ringrazio dunque il direttore Cannoletta e il presidente Cordioli, e con loro tutti coloro i quali hanno lavorato dietro le quinte”.
La partita in cui hai pensato di poter vincere?
“Ad Arzignano all’andata ho capito di avere un vero gruppo, pur subendo una sconfitta. Poi dico la vittoria con il Rovigo nel momento cruciale della stagione”.
La giornata nefasta invece, quella che sembrava offuscare ogni sogno di gloria?
“A Sarego, abbiamo perso e lì ho iniziato a credere che forse qualcosa girava storto. Ma i ragazzi sono stati fantastici, si sono rialzati subito”.
L’avversaria più ostica?
“Direi tutte le prime classificate. Faccio i complimenti al Cerea, protagonista clamorosa, alle corazzate Abano e Arzignano, nonchè al Rovigo, capolista per tantissimo tempo”.
Mister, proiettiamo lo sguardo al futuro. Che campionato di Serie D sarà? La riforma della LegaPro farà scendere tanti ex professionisti.
“E’ vero, sarà il campionato di D più difficile di sempre. Sarà praticamente una Seconda Divisione che non c’è più, se non addirittura meglio. Sarà durissima, ma al Villa non ci faremo trovare impreparati. Vedremo di lavorare bene sul mercato in estate e poi imposteremo il lavoro sul campo. Farà la differenza la mentalità con cui scenderemo in campo, in ogni caso, io sono sempre molto fiducioso. Ce la giocheremo senza problemi, questo è poco ma sicuro”.