Zerbato mette le ali al Legnago: “Gruppo eccezionale. Di Loreto? Un grande allenatore”
by Redazione Calcio Dilettante Veronese 13 Dicembre 2013Il Legnago che non t’aspetti. Giovane e baldo, coriaceo, cinico, mai sorpreso da nessuno. La forza delle motivazioni, più dei nomi, ha pesato più di tutto: in riva al Bussè se ne sono resi conto.
I più pronosticavano un campionato d’inferno? Niente di tutto ciò. Il Legnago, senza proclami, ha risposto sul campo: guardi la classifica e lo ritrovi là, a battagliare per un posto al sole. Zona play-off: bene o male sono tutte lì, la classifica è cortissima.
E’ il tempo della beata gioventù, direbbe qualcuno. Lungimiranza o necessità? Difficile dirlo. Probabilmente, un po’ l’una e un po’ l’altra. Segno che la verità, spesso, sta nel mezzo. La dirigenza sta vincendo la propria scommessa: costi abbattuti, squadra all’altezza, tecnico interessante, bravo a calarsi da subito nella nuova veste.
Il campionato è lungo, ma il materiale umano per cullare pensieri ottimisti c’è tutto. Sarà anche un Legnago giovanissimo, ma l’undici di Di Loreto non è composto dagli ultimi arrivati.
Pietro Filippini non lo scopriamo certo quest’anno. Luca Viviani idem: chi mastica calcio sa che il ragazzo ha valore e sostanza da vendere. Per non parlare di Andriani, il capitano, il più vecchio a soli 26 anni. E poi i Manganotti, i Valente, i Trevisani, i Baschirotto. Tutte conferme, più che sorprese. Dolci conferme.
Tra di loro è rimasto anche Lorenzo Zerbato, uno che due anni fa sembrava essere destinato a ben altri palcoscenici. La sua, è un’analisi tutta votata al positivo. Non c’è ombra di dubbio: il bicchiere dei legnaghesi è sempre mezzo pieno.
“La differenza la stanno facendo le motivazioni e la forza di un gruppo che ha imparato a conoscersi e ad aiutarsi. Stiamo veramente bene insieme, e poi c’è qualità, tanta qualità. Lavorandoci miglioreremo continuamente”.
Di Loreto è stato tuo compagno di squadra. Oggi te lo ritrovi allenatore. Che effetto fa?
“Ho vissuto in prima persona il suo passaggio dal campo alla panchina. E’ un grande uomo, c’è poco da dire. Sa il fatto suo, anche come allenatore. Nessuno ha avuto problemi con lui”.
Una domanda scomoda. Sembrava fosse giunto il momento propizio per il salto nei pro. Poi, però, qualcosa è andato storto. Il rimpianto maggiore?
“Non essere arrivato nei professionisti sicuramente mi pesa ancora. Però logicamente il Legnago voleva una contropartita economica, e chi mi cercava non era disposto a spendere. Era l’anno in cui si svincolavano a parametro zero un sacco di giovani provenienti dalle Primavere, e io sono rimasto al palo. Il Legnago mi aveva comprato dall’Hellas, e non poteva cedermi a titolo gratuito. Dispiace, ma è anche legittimo. E’ andata così, in futuro però chissà, io non ho mollato nulla”.
Concludiamo, Lorenzo. Il Legnago ha spiccato il volo dopo un inizio balbettante. Avete le carte in regola per rimanere in alto, o è solo un balzo estemporaneo, che comunque vale doppio in chiave salvezza?
“L’obiettivo primario è la salvezza. Poi non mettiamo limiti alla provvidenza: si va in campo sempre per vincere. Questa è la nostra mentalità, vedremo poi dove riusciremo ad arrivare. Certo, arrivare di nuovo ai play-off sarebbe una gran cosa, non lo nascondo”.